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15 settembre 2015

FEDERICA BRUNETTI ANCORA IL CENTRO DELLA MAGIKA
“Volevo restare a tutti i costi, venire qui la scelta migliore che potessi fare”

Quando, poco dopo la fine della stagione scorsa con la sconfitta in gara 3 di finale contro Geas, Paolo Seletti iniziò a pensare alla squadra per quest’anno, il nome di Federica Brunetti fu uno dei primi che scrisse.

L’arrivo di Brunetti fu un vero regalo di Natale per la Magika. Arrivò a Castel San Pietro Terme tra Natale e capodanno, assistendo alla partita contro Salerno e debuttando nel derby dell’epifania contro la Libertas Bologna. Alla prima in maglia Magika segnò 6 punti e catturò 13 rimbalzi. Nel proseguo della stagione si rivelò una delle migliori lunghe dell'intera A2, probabilmente la migliore dopo Maria Laterza del Geas. Le cifre a fine stagione parlarono di 9.6 punti e 7.7 rimbalzi in 16 gare disputate (24 minuti di media di utilizzo) con la Magika. Le due gare migliori le giocò contro Vicenza e Crema, registrando 18 punti, 12 rimbalzi e 5 stoppate e 12 punti, 20 rimbalzi e 5 palloni rubati. Fu una pedina chiave anche nella vittoria a Sesto San Giovanni che ci permise di allungare la serie finale riportandola a Castello, con una doppia doppia da 16 punti più 11 rimbalzi. Riuscì anche a superare un infortunio alla caviglia, proprio in tempo per la serie di finale. Ci fu un grande lavoro della bravissima fisioterapista Maria Pia Torri e una grande volontà di base di Federica, che viaggiò a Battipaglia per fare terapia ed ebbe anche modo di festeggiare lo scudetto Under19 della Magika, con molte sue compagne di A2 protagoniste in campo. Al di là delle cifre, è proprio la fortissima motivazione un aspetto chiave che ha colpito e convinto Coach Seletti, lo staff e l’ambiente: Federica Brunetti ha unito un importante valore in campo a grandi qualità umane, con voglia di mettersi in discussione dal punto di vista tecnico, “una caratteristica che si sposa bene col nostro progetto,” dice Paolo Seletti.

A posteriori, Federica è entusiasta della scelta fatta la stagione scorsa, circa 9 mesi fa. “Dopo 12 anni passati al CUS (Cagliari) ho sentito la necessità di andar via da un ambiente che ormai consideravo "casa" perchè stavo perdendo stimoli ed entusiasmo. Arrivare qui alla Magika è stata la scelta più giusta che potessi fare. Ho trovato un ambiente sereno, sia dentro che fuori dal campo, e un intero staff che mette passione e impegno in tutto quello che fa; è un piacere passare le ore in palestra con loro. Pretendono tanto ma danno tantissimo, quindi si suda ‘volentieri’,” dice Federica.

Federica è nata a Cagliari, e fino a dicembre dell’anno scorso aveva sempre giocato nella squadra della sua città. L’attuale centro della Magika ricorda così il suo inizio con la palla a spicchi: “Ho iniziato a giocare a pallacanestro all'età di 10 anni. Prima avevo fatto 5 anni di nuoto, ma quando è diventato agonistico ho smesso, non mi divertivo. Il mio migliore amico giocava a basket e mi piaceva giocare con lui nel canestrino che aveva in camera, così iniziavo a pensare all'idea di provare quello sport. Poi un giorno, per caso, ho incontrato il dirigente della squadra di basket dell'oratorio che mi ha proposto di andare a provare un allenamento. Nonostante mi mancassero tutte le basi mi sentivo completamente a mio agio dentro il campo e non sono più riuscita ad uscirne.”


Quando invece ‘riesce’ ad uscirne, Federica studia e gioca con Buck, il suo Jack Russell che è venuto a Castel San Pietro con lei. “Sono al terzo anno di scienze motorie,” dice Federica, “e tra allenamenti e studio il tempo libero è davvero poco. Però mi piace leggere e stare all'aria aperta con Buck. In Sardegna si faceva delle belle corse in spiaggia, qui si deve accontentare dei parchi, ma credo che a lui non interessi molto il posto, l'importante è che ci sia da correre come un matto dietro alla pallina!”

Da due anni Federica collabora inoltre con Special Olympics, il programma internazionale di allenamento sportivo e competizioni atletiche rivolto a bambini, ragazzi e adulti con disabilità intellettiva e utilizza lo sport come mezzo per favorire la crescita personale, l'autonomia e la piena integrazione. “Inizialmente,” confessa “c’era la paura di non essere in grado di relazionarmi al meglio con questi ragazzi, ma poi tutto si è superato. Ora collaboro con una società di Cagliari, l’ASD Millesport, anche se purtroppo essendo lontana non riesco a passare tempo con loro. Però ci sentiamo, mi scrivono e mi mancano. So che tifano per me come io tifo per loro, sono ragazzi unici e davvero speciali. E’ un’esperienza che consiglio a tutti di provare, è un mondo che ti coinvolge e ti travolge dal primo momento in cui entri in contatto con loro.”

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