17/03/2017

Riportiamo una intervista fatta per il Corriere da Enrico Schiavina a Mariella Santucci, bolognese che sta giocando in america.

The Big Dance, il grande ballo: lo chiamano così in America, il torneo Ncaa di basket che a marzo ipnotizza gli appassionati e oscura la Nba. Tra gli invitati quest’anno c’è anche la bolognesissima Mariella Santucci, con la sua University of Toledo, qualificate grazie alla vittoria della Mac Conference, lo scorso weekend. Subito dopo l’intervista Mariella deve volare dall’altra parte degli Stati Uniti, a Corvallis, Oregon, per giocare domani (alle 16.30 ora del Pacifico, per noi h1.30 del mattino di sabato) il primo turno contro Creighton. “Viaggiamo con un volo privato, su cui saliranno anche molti nostri tifosi. Qui sono tutti impazziti, il nostro college non vinceva il titolo della Mac dal 2001. L’obiettivo era quello ed è raggiunto. Ma ora che siamo al grande ballo, voghamo ballare”
 
Primo turno contro Creighton University. “Sono testa di serie numero 7, ma ce la giochiamo. Siamo in una zona del tabellone non impossibile, tutti qui sognano di andare avanti, magari fino alle Final Four, a Dallas”.
 
Com’è la March Madness vissuta dal di dentro? “Veramente una follia, in senso positivo. Non si parla d’altro, tutti guardano tutto, maschile e femminile. Lunedì c’è stata la serata della composizione del tabellone, in diretta nazionale, e il nostro palazzo era pieno, squadra e tifosi. Ma abbiamo avuto 4-5 mila spettatori per tutto l’anno”
 
Il titolo di Conference l’avete vinto a Cleveland, alla Quicken Loans Arena, il campo dei campioni Nba in carica. Emozionante? “Moltissimo. Non avevo mai giocato in un palazzo così grande. Comunque c’erano tantissimi nostri tifosi anche lì, e Toledo è a tre ore di strada, anche se siamo sempre nell’Ohio. La finale con Northern Illinois è stata meravigliosa, qui a vincere il Mac ci tenevano tutti da morire”.
 
L’hanno messa nel quintetto ideale del torneo. Ed ha giocato una grande partita in semifinale. “Contro Buffalo, sono entrata subito in partita con due triple che mi hanno caricato, mi marcava la più forte delle loro ma segnavo lo stesso. I premi individuali certo fanno sempre piacere, ma a quel punto volevo solo vincere”.
 
Comunque vada a finire, la sua è stata una grande stagione. “Sì, e soprattutto è stata una grande esperienza. Giocare e studiare, allenamenti massacranti, giornate senza respiro. Ma ne è valsa la pena, non c’è dubbio”.
 
Qualche mese fa raccontò di momenti molto duri. “All’inizio ho fatto tanta fatica ad adattarmi. Alle sedute atletiche, ai ritmi di gioco, alla fisicità. Ho dovuto velocizzare il tiro, e lavorare durissimo in difesa. E poi non conoscevo nessuno, parlavo male l’inglese, non mi piaceva il cibo, mille piccoli problemi. Adesso invece parlo e capisco bene, ho tanti amici, sono inserita. Non pensavo che sarei migliorata così tanto già al primo anno”.
 
Quindi farà tutti e quattro gli anni di college? “Presto per dirlo. Ma perché no? ”.
 
Un bolognese nel torneo Ncaa, maschile o femminile, non c’era mai stato. “Non lo sapevo. Beh, motivo d’orgoglio in più. Avrò un sacco di gente da ringraziare, quando torno”.
 
Bologna sembra ancor più lontana, in questi giorni? “Sì, sto vivendo delle giornate intensissime, ma quando mi fermo un attimo a pensare un po’ mi manca casa. Comunque ho continuato a sentire tutti vicini, ovviamente la mia famiglia, ma anche gli amici, le ex compagne, gli allenatori, tutta la Magika Castel San Pietro. Mi hanno seguito e incoraggiato per tutta la stagione”.
 
Quando torna a casa? “Solo a maggio. Finita la stagione si deve studiare. Ho voglia di rivedere Bologna, ma prima voglio vincere ancora un po’di partite”.